Entusiasmo da parte del Governo per la promulgazione, da parte del Presidente della Repubblica, della Legge a firma di Calderoli che introduce l’autonomia differenziata.
Dopo l’approvazione da parte della Camera, la Legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata è stata promulgata da Sergio Mattarella. La notizia ha suscitato l’entusiasmo della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Presidente del Veneto, Luca Zaia.
Si tratta di un progetto a cui i partiti della maggioranza hanno lavorato a lungo e che cambierà l’assetto della ripartizione delle materie di competenza legislativa e finanziaria delle Regioni. In realtà, non si tratta di una vera e propria novità, perché il principio dell’autonomia differenziata era già stato introdotto nella Costituzione italiana nel 2001, con la cd. Riforma del Titolo V e, in particolare, del terzo comma dell’art. 116.
Ma quali saranno gli effetti della nuova Legge sulla Carta costituzionale e cosa cambierà per le Regioni? Analizziamo la questione nel dettaglio.
Autonomia differenziata: cosa cambia per le Regioni?
Con la Legge sull’autonomia differenziata, le Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale, comprese le Provincie Autonome di Trento e Bolzano, potranno godere di più autonomia su ben 23 materie, tra cui commercio estero, trasporti, istruzione, ambiente, tutela della salute, cultura, sport.
Tra queste, 14 materie sono predisposte dai cd. LEP, i Livelli Essenziali di Prestazione, che vanno necessariamente garantiti a tutti i cittadini. Su tali temi, dunque, le Regioni saranno obbligate a sentire il parere di Comuni, Province ed Enti territoriali. Dopo la richiesta, lo Stato e le singole Regioni dovranno giungere a un’intesa entro 5 mesi. Gli accordi avranno durata decennale, ma potranno anche essere rinnovati oppure interrotti prima della scadenza.
Dall’entrata in vigore della legge, il Governo avrà 24 mesi per attuare i Decreti Legislativi con cui verranno determinati i livelli e gli importi dei LEP. Solo per la salute e l’ambiente tali elementi sono giù definiti, tramite i cd. LEA e i LEPTA. I LEA consistono nell’aggiornamento dei servizi erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale, che consente di inserire periodicamente nella lista nuove prestazioni (ad esempio, l’assistenza psicologica). I nuovi LEA dovrebbero essere approvati e attivati non oltre il 2025.
I LEPTA, invece, sono le prestazioni che servono a garantire una tutela ambientale omogenea in tutte le Regioni d’Italia. Ci sono, infine, nove materie le cui competenze possono comportare il trasferimento immediato alle Regioni, perché non sono ricomprese nei LEP. Sono: il commercio con l’Estero, la previdenza complementare, le professioni, la protezione civile, i rapporti internazionali e con l’Unione Europea e il coordinamento con la finanza pubblica e il sistema tributario.